IL LANARIO ALL'OASI DI ROCCONI
This page is only in italian, sorry ! In english I have written a comprehensive guide on this topic and you can learn more in this page of the site. I also have publish a book on Rocconi Nature Reserve with Riccardo Nardi: if you want to know more, please write me. Take a look to the Rocconi gallery !
E’ come un pellegrino, ma non è un pellegrino. E’ elusivo come pochi, un rapace tra i più rari e minacciati in Europa: è il lanario (Falco biarmicus feldeggii). In Italia risiede la principale popolazione della sottospecie feldeggii – l’unica del Paleoartico occidentale - con circa 140-172 coppie nidificanti. Conosciuto e descritto già dall’imperatore Federico II nel suo famoso trattato “De arte venandi cum avibus”, il lanario è protetto dalle direttive comunitarie ed esiste anche uno specifico Piano d’Azione redatto da BirdLife International. Riconoscerlo in natura, e distinguerlo dal più comune pellegrino, cui assomiglia molto anche per verso e dimensioni, non è facile. Tra i caratteri evidenti anche in volo e da lontano (i lanari si osservano quasi sempre così…), quel che aiuta maggiormente è il contrasto tra remiganti chiare e copritrici scure del sottoala. Le piume della nuca sono di color marrone scuro nella femmina, nocciola nel maschio. Il mustacchio è meno pronunciato che nel pellegrino, e rispetto a quest’ultimo la forma del capo è decisamente più schiacciata superiormente.
E’ un uccello che resta tutto l’anno presso il sito dove si riproduce, su falesie anche modeste di roccia calcarea, tufo o arenaria. Caccia spesso in coppia predando uccelli di piccola e media taglia ma anche mammiferi, catturandoli a terra.
E’ come un pellegrino, ma non è un pellegrino. E’ elusivo come pochi, un rapace tra i più rari e minacciati in Europa: è il lanario (Falco biarmicus feldeggii). In Italia risiede la principale popolazione della sottospecie feldeggii – l’unica del Paleoartico occidentale - con circa 140-172 coppie nidificanti. Conosciuto e descritto già dall’imperatore Federico II nel suo famoso trattato “De arte venandi cum avibus”, il lanario è protetto dalle direttive comunitarie ed esiste anche uno specifico Piano d’Azione redatto da BirdLife International. Riconoscerlo in natura, e distinguerlo dal più comune pellegrino, cui assomiglia molto anche per verso e dimensioni, non è facile. Tra i caratteri evidenti anche in volo e da lontano (i lanari si osservano quasi sempre così…), quel che aiuta maggiormente è il contrasto tra remiganti chiare e copritrici scure del sottoala. Le piume della nuca sono di color marrone scuro nella femmina, nocciola nel maschio. Il mustacchio è meno pronunciato che nel pellegrino, e rispetto a quest’ultimo la forma del capo è decisamente più schiacciata superiormente.
E’ un uccello che resta tutto l’anno presso il sito dove si riproduce, su falesie anche modeste di roccia calcarea, tufo o arenaria. Caccia spesso in coppia predando uccelli di piccola e media taglia ma anche mammiferi, catturandoli a terra.
(altre foto sulla Gallery dedicata all'oasi)
Dove
La regione italiana dove il lanario è maggiormente presente è la Sicilia. Nonostante le modificazioni ambientali, il bracconaggio e – forse – la competizione col pellegrino (gli ornitologi non sono ancora concordi su quest’ultimo punto), sull’isola sono presenti 80-100 coppie nidificanti. Puglia e Basilicata ospitano discrete popolazioni, mentre in Italia centrale le coppie sono poche e localizzate e l’Emilia Romagna rappresenta il limite settentrionale dell’areale.
Come in altre regioni (per esempio il Lazio), in Toscana si assiste negli ultimi anni a una ulteriore rarefazione della specie per cause in parte non note. Tra i siti dove la presenza del lanario sembra fortunatamente stabile, anche grazie alla sorveglianza e all’integrità ambientale, c’è la riserva regionale Rocconi, gestita dal Wwf. Purtroppo alla fine dell'inverno 2011 il maschio della coppia locale è improvvisamente sparito e la stagione riproduttiva, così, è andata in fumo. La riserva è situata nella Toscana meridionale e si estende per circa 371 ettari, nei comuni di Roccalbegna e Semproniano (in provincia di Grosseto), lungo il corso del fiume Albegna. Parte dell’area protetta (130 ha) è proprietà Wwf. I suoi paesaggi sono quelli aspri e selvaggi dell’alta valle dell’Albegna, dove le acque del fiume e del suo affluente Rigo hanno scavato nella roccia calcarea spettacolari pareti che interrompono boschi fittissimi e una successione di pascoli, siepi e macchie d’arbusti da campagna d’altri tempi. Ben otto le specie di rapaci nidificanti: oltre al lanario, anche pellegrino e gheppio, sparviere, poiana, falco pecchiaiolo, biancone ed astore. A tutti gli effetti, Rocconi è una perla della Toscana e dell’Italia dei parchi.
L’itinerario
Per andare da Roma a Rocconi occorrono tre ore. Si segue la via Aurelia (e per un tratto la più veloce autostrada per Civitavecchia A12) fino a Grosseto Sud, poi si esce dalla consolare seguendo le indicazioni per Istia d’Ombrone e quindi Scansano. Dopo una pompa di benzina, bivio a sinistra dove hanno inizio le indicazioni per Roccalbegna che si continuano a seguire fino al paese.
Le visite alla riserva di Rocconi sono necessariamente guidate e si effettuano alla domenica su prenotazione, con partenza alle ore 9 (tel. 347 5823441 – 0564 989098). Informazioni sempre aggiornate sui lanari locali e sugli altri numerosi tesori di biodiversità di Rocconi si ottengono da Riccardo Nardi, il naturalista artefice della istituzione della riserva (riccardonardi@gmail.com) che parla anche l’inglese e il tedesco.
Internet
www.wwf.it/rocconi.nt
Per scrivermi riguardo ai contenuti della scheda (aggiornamenti, suggerimenti o altro) clicca qui.
Sull'oasi di Rocconi è stato pubblicato da Darwin Edizioni un volume con le mie fotografie ed i testi di Riccardo Nardi, prefazione di Fulco Pratesi (qui il comunicato del Wwf), dal costo di 20 euro con spese di spedizione a mio carico. Per ordinarlo scrivi una mail.
Dove
La regione italiana dove il lanario è maggiormente presente è la Sicilia. Nonostante le modificazioni ambientali, il bracconaggio e – forse – la competizione col pellegrino (gli ornitologi non sono ancora concordi su quest’ultimo punto), sull’isola sono presenti 80-100 coppie nidificanti. Puglia e Basilicata ospitano discrete popolazioni, mentre in Italia centrale le coppie sono poche e localizzate e l’Emilia Romagna rappresenta il limite settentrionale dell’areale.
Come in altre regioni (per esempio il Lazio), in Toscana si assiste negli ultimi anni a una ulteriore rarefazione della specie per cause in parte non note. Tra i siti dove la presenza del lanario sembra fortunatamente stabile, anche grazie alla sorveglianza e all’integrità ambientale, c’è la riserva regionale Rocconi, gestita dal Wwf. Purtroppo alla fine dell'inverno 2011 il maschio della coppia locale è improvvisamente sparito e la stagione riproduttiva, così, è andata in fumo. La riserva è situata nella Toscana meridionale e si estende per circa 371 ettari, nei comuni di Roccalbegna e Semproniano (in provincia di Grosseto), lungo il corso del fiume Albegna. Parte dell’area protetta (130 ha) è proprietà Wwf. I suoi paesaggi sono quelli aspri e selvaggi dell’alta valle dell’Albegna, dove le acque del fiume e del suo affluente Rigo hanno scavato nella roccia calcarea spettacolari pareti che interrompono boschi fittissimi e una successione di pascoli, siepi e macchie d’arbusti da campagna d’altri tempi. Ben otto le specie di rapaci nidificanti: oltre al lanario, anche pellegrino e gheppio, sparviere, poiana, falco pecchiaiolo, biancone ed astore. A tutti gli effetti, Rocconi è una perla della Toscana e dell’Italia dei parchi.
L’itinerario
Per andare da Roma a Rocconi occorrono tre ore. Si segue la via Aurelia (e per un tratto la più veloce autostrada per Civitavecchia A12) fino a Grosseto Sud, poi si esce dalla consolare seguendo le indicazioni per Istia d’Ombrone e quindi Scansano. Dopo una pompa di benzina, bivio a sinistra dove hanno inizio le indicazioni per Roccalbegna che si continuano a seguire fino al paese.
Le visite alla riserva di Rocconi sono necessariamente guidate e si effettuano alla domenica su prenotazione, con partenza alle ore 9 (tel. 347 5823441 – 0564 989098). Informazioni sempre aggiornate sui lanari locali e sugli altri numerosi tesori di biodiversità di Rocconi si ottengono da Riccardo Nardi, il naturalista artefice della istituzione della riserva (riccardonardi@gmail.com) che parla anche l’inglese e il tedesco.
Internet
www.wwf.it/rocconi.nt
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Sull'oasi di Rocconi è stato pubblicato da Darwin Edizioni un volume con le mie fotografie ed i testi di Riccardo Nardi, prefazione di Fulco Pratesi (qui il comunicato del Wwf), dal costo di 20 euro con spese di spedizione a mio carico. Per ordinarlo scrivi una mail.