WILD LAZIO
volume pubblicato come catalogo della mostra omonima realizzata per conto della Regione Lazio, Dipartimento Ambiente Copertina flessibile: 47 pagine Formato: 21x21 cm Editore: Palombi Editori Anno: 2011 Contenuto: 27 fotografie in grande formato con testo a corredo Prezzo: 9 euro (spedizione gratuita in Italia) |
Abbiamo bisogno ancora di “selvatico”? Di orizzonti non usuali, di incontri inaspettati, atmosfere sospese aperte ad esiti imprevedibili? Misurarsi con la solitudine soffice di un bosco innevato, l’irruenza di un temporale lungo un sentiero, la fatica di salire a piedi e poi scendere e di nuovo salire e tornar giù. I colori dell’alba e il volo delle aquile.
Questa mostra prova a offrire le ragioni di una risposta. Cercando di testimoniare, con le immagini, l’energia che scaturisce da un rapporto diretto con il mondo naturale. La potenza di uno sguardo ravvicinato, intimo e comunque – possibilmente - mai banale. E il terreno di gioco è una regione nel cuore dell’Italia ed in quello dell’Autore, conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo per alcuni suoi luoghi – la regione di Roma – ma forse finora poco indagata quanto a wilderness. A natura selvaggia. Wild Lazio, allora, anche se ad alcuni potrà sembrare un ossimoro. Perché è vero: ogni anfratto, ogni metro quadrato di questa terra ha conosciuto nei secoli e millenni il passo dell’uomo - se è andata bene: altrimenti erano taglio, vanga, ruspa… Cacciatori e pastori e boscaioli, e pure soldati e pellegrini, che hanno percorso qualunque vallone e sponda fluviale, spiaggia e foresta. E sulle cui tracce oggi si muovono per fortuna escursionisti, birdwatchers, canoisti, alpinisti e via esplorando. Trecentotrenta abitanti per chilometro quadrato si sentono. E nemmeno le quote aiutano: 2458 sono i metri del Gorzano, il monte più alto – altro che Alpi. Eppure, oggi che i processi di urbanizzazione hanno prosciugato le campagne, esiste eccome un Lazio appartato e quasi sempre solitario. Una regione a mosaico dove le faggete sembrano non finire mai, i falconi disegnano archi fulminei nel cielo, addirittura l’orso trova corridoi di libertà. Quel Lazio è fatto soprattutto di parchi. Grandi aree protette e più piccole riserve naturali che la Regione ha istituito nell’ultimo quarto di secolo, più che altro. Oasi per mettersi al riparo, animali e piante e uomini, dagli orizzonti artificiali sempre più avari di ossigeno, silenzio e sovente anche bellezza. Un patrimonio da difendere, per la nostra generazione e quelle a venire. Ma la biodiversità non conosce confini e anche nel territorio regionale non protetto, per fortuna, abbondano ancora valori naturalistici e paesaggistici meritevoli di interesse, conoscenza, rispetto. Benvenuti allora in questo viaggio nel Lazio delle rupi e dei calanchi, di doline e forre, lupi e salamandrine. Forse sarà una sorpresa. Forse domenica chiudiamo casa e andiamo all’avventura: là fuori c’è un’altra straordinaria regione da scoprire. Giulio Ielardi |